Il digitale mette il turbo alle PMI, ma la strada è ancora lunga

Il 2020 è stato l’anno in cui le aziende, anche quelle piccole e medie, si sono dovute reinventare per poter sopravvivere alle tante limitazioni imposte dal Covid-19. Si tratta di un numero importante di attività, dato che le circa 220 mila PMI (imprese con un numero di addetti compreso tra 10 e 249, con meno di 50 milioni di euro di fatturato) costituiscono un pilastro del tessuto imprenditoriale italiano, rappresentando il 41% del fatturato nazionale, il 38% del valore aggiunto ed il 33% degli occupati. Durante la pandemia, il digitale è stato una vera e propria ancora di salvezza per queste realtà, spingendo forzatamente le PMI verso le tecnologie digitali. Come ha spiegato Andrea Rangone, Responsabile Scientifico degli Osservatori Digital Innovation “Nella sua drammaticità, la pandemia ha costretto le PMI a riflettere sulla loro visione di futuro, portandole sempre più ad abbracciare il digitale come strumento di sviluppo. Sul campione analizzato, le PMI più mature digitalmente mostrano una più elevata resilienza e produttività: risultano avere in media prestazioni economiche migliori rispetto alle altre in termini di utile netto (+28%), margine di profitto (+18%), valore aggiunto (+11%), ed EBITDA (+11%), oltre ad avere riscontrato minori rallentamenti operativi quando si è verificata l’emergenza da Covid-19”.

La spinta dovuta alla crisi

“Nell’ultimo anno, infatti, la crisi ha rappresentato per le PMI una spinta obbligata verso quegli strumenti digitali che aiutassero da un lato a portare avanti l’operatività aziendale e, dall’altro, a sostenere i fatturati in forte contrazione” emerge dalla survey realizzata in collaborazione con Capterra. Le piccole e medie imprese che si sono attivate nel commercio elettronico sono storicamente rimaste indietro rispetto alle grandi aziende e alle controparti europee, ma negli ultimi mesi sono aumentate di oltre il 50% rispetto al periodo precedente al Covid: tale incremento è dovuto principalmente alla maggiore presenza sulle piattaforme e-commerce di terze parti, alle quali le PMI si sono rivolte per la possibilità di attirare nuovi clienti durante la chiusura obbligatoria dei canali fisici.

E-commerce al centro degli investimenti

Per 4 PMI su 20, inoltre, il commercio elettronico sarà al centro degli investimenti nel 2021. La diffusione dello smartworking, del lavoro a distanza, la pratica della rotazione dei dipendenti e la necessità di isolamento sociale hanno portato a un aumento del tasso di adozione di soluzioni digitali per lo scambio di dati e informazioni aziendali. Ancora, nove PMI su dieci gestiscono elettronicamente i loro documenti aziendali, però nell’ultimo periodo è cresciuto esponenzialmente  l’utilizzo dei servizi in Cloud.