L’Italia sul web: aumenta il tempo trascorso sui social

Gli italiani trascorrono più tempo sui social rispetto all’anno precedente, con un aumento di quasi 1 minuto al giorno, portando la quota complessiva a poco meno di 6 ore giornaliere. Anche il tempo dedicato all’ascolto di musica in streaming aumenta di un minuto al giorno. Parallelamente, si registra una leggera diminuzione dell’accesso a internet, con una riduzione dello 0,3% rispetto all’anno prima. Sono alcuni dei dati contenuti nel il report Digital 2024, pubblicato a febbraio da We Are Social in collaborazione con Meltwater. 

Informazione, attualità e how-to i principali motivi per cui si naviga

Le motivazioni principali per l’accesso all’online rimangono invariate: le ragioni per cui ci si connette sono sempre la ricerca di informazioni (73%), l’aggiornamento sull’attualità (67,5%) e i how-to (62,8%). Analizzando i dati globali, in Italia le piattaforme più utilizza risultano essere le app di chat e messaggistica (96,7%), seguite dai social network (94,6%). In terza posizione si collocano i servizi di shopping, aste e annunci (90,4%). Nel resto del mondo in quarta posizione ci sono invece i motori di ricerca.

Passione video

La fruizione di contenuti video continua ad essere elevata, con il 91% delle persone che dichiara di guardarli, trainati principalmente da contenuti comici, meme e video virali (+3,7%), oltre ai video musicali (+0,4%). Cresce anche l’interesse per gli highlights e i contenuti sportivi (+2,4%), le recensioni di prodotti (+1,7%) e i video educativi (+0,6%).

Il 73% degli italiani è sui social

In Italia sono attive sui social quasi 43 milioni di persone, con una penetrazione che si avvicina al 73% e una distribuzione simile tra uomini e donne. Rispetto all’anno precedente, si registra un calo di utenti del 2,5%. Tuttavia cresce il tempo trascorso quotidianamente sui social. Secondo l’analisi di quest’anno, TikTok è l’app su cui le persone trascorrono più tempo, con una media di 32 ore e 12 minuti al mese. Questo dato è significativamente superiore alle altre app, con YouTube al secondo posto (18 ore e 15 minuti) e Facebook al terzo (16 ore e 37 minuti).

Perchè si è social?

Le motivazioni principali per la partecipazione ai social riguardano l’informazione, il tempo libero e il mantenimento dei contatti con amici e familiari (tutte sopra il 40%). Interessante notare che l’intrattenimento nel tempo libero è l’unica motivazione in crescita rispetto all’anno precedente (+1,4 punti percentuali).

Meta domina la classifica delle piattaforme social

Meta domina la classifica italiana delle piattaforme social più utilizzate, con WhatsApp al 90,3%, seguita da Facebook (77,5%) e Instagram (73,5%). WhatsApp è anche la piattaforma preferita dagli italiani (40,7%), seguita da Instagram (23,5%). La classifica rimane invariata rispetto all’anno precedente, con alcune piattaforme che guadagnano preferenze, come Instagram e TikTok.

Professione, carriera e ambizione nel 2024: cosa pensano gli italiani? 

È quanto emerge dal Randstad Workmonitor 2024, lo studio condotto da Randstad su ambizione e carriera tra gli italiani. Secondo la ricerca, che ha coinvolto 764 lavoratori in Italia tra 18 e 67 anni, oltre la metà degli intervistati si dichiara ‘ambizioso’ in merito al proprio lavoro, ma il 42% sostiene di non essere concentrato nell’avanzamento di ruolo.
La rilevanza del lavoro percepita nella vita degli italiani è infatti calata del 5% in un solo anno, mentre è crollata del 9% la motivazione nel ruolo attualmente ricoperto.

In pratica, oggi si dà più importanza alla vita privata e all’equilibrio con il lavoro, all’appartenenza e alla flessibilità, piuttosto che al salto di carriera. E, di fatto, equilibrio tra vita e lavoro, retribuzione, sicurezza, flessibilità, giorni di ferie, formazione e assicurazione sanitaria oggi sono i fattori più rilevanti per i lavoratori italiani, mentre la carriera è finita solo al nono posto.

Una “promozione” oggi interessa meno

Inoltre, il 50% dei lavoratori è disposto a rimanere in un luogo di lavoro che gli piace anche se non ci fosse possibilità di avanzamento, mentre il 34% non desidera del tutto una progressione di carriera.
Solo per il 35% una promozione o un nuovo ruolo oggi rappresentano una priorità.

Il 34% degli italiani poi non assumerebbe ruoli manageriali se potesse scegliere di poter accedere alla propria massima ambizione professionale. Ma secondo il Randstad Workmonitor, il 51% del campione si dichiara ambizioso per la propria carriera.

La vita privata è la priorità

Di fatto, mentre l’ambizione decresce con l’avanzare dell’età la motivazione aumenta man mano che sale la seniority.
A influenzare l’ambizione è soprattutto l’età, gli eventi della vita, gli obiettivi personali e le opportunità che si presentano.

Il 94% degli intervistati mette la vita privata al primo posto dei fattori più rilevanti nel lavoro, poi la retribuzione (93%), sicurezza del lavoro (90%), il sentirsi realizzati (87%), la flessibilità di orario (80%) e così via, fino alla possibilità di promozione, al nono posto, con il 74% e di poco sopra la politica sui congedi parentali (70%).

Una delle eredità della pandemia

“Il Workmonitor evidenzia una forte calo della motivazione al lavoro tra gli italiani, un evidente segnale di malessere che va ascoltato e compreso – commenta Marco Ceresa, Group Ceo di Randstad -. Il lavoro si conferma fondamentale nel fornire senso e scopo alle persone, ma oltre alla carriera, sempre più lavoratori includono anche altro nella definizione della propria ‘ambizione’ professionale, che oggi non può prescindere da aspetti valoriali, di flessibilità, di equilibrio con la vita personale. Non sono pochi gli intervistati che affermano di poter essere appagati da un lavoro senza prospettive di carriera ma che sia nelle ‘loro corde’, certamente un’eredità della riflessione profonda delle persone nel periodo di pandemia. Esigenze che le aziende devono impegnarsi a soddisfare con politiche Hr a tutto tondo, tenendo conto dei bisogni dei lavoratori sempre più complessi e articolati”.

Meta, nuovi strumenti per proteggere i teenager su Facebook e Instagram

Meta ha annunciato l’introduzione di nuovi strumenti mirati a migliorare l’esperienza online degli adolescenti su Facebook e Instagram, in sintonia con le raccomandazioni degli esperti. L’azienda prevede di nascondere un range più ampio di contenuti considerati inappropriati per i teenager e attiverà automaticamente impostazioni di controllo più restrittive su entrambe le piattaforme.

Su Instagram, poi, saranno limitati ulteriori termini di ricerca. Gli adolescenti riceveranno le notifiche necessarie per aggiornare le loro impostazioni sulla privacy, rendendo l’esperienza più sicura e adatta alla loro età.

Esperienze online più sicure 

L’obiettivo di questo nuovo intervento da parte di Meta è quello di di garantire esperienze online sicure e adatte all’età degli adolescenti. Con oltre 30 strumenti e risorse sviluppati per supportare teenager e genitori, l’azienda continua il suo impegno decennale nella gestione di contenuti sensibili o in violazione delle regole. Ma il colosso tecnologico ha spiegato in una nota di essere sempre a contatto con esperti di sviluppo, psicologia e salute mentale degli adolescenti.

Con questo modus operandi, non solo si punta a offrire ai ragazzi i tem più interessanti, ma anche a metterli al sicuro creando un ambiente protetto e adatto alla loro età.

Protezione avanzata dei contenuti

Meta ha reso noto che introdurrà ulteriori livelli di protezione per i contenuti visualizzati dagli adolescenti su Instagram e Facebook. In particolare, contenuti riguardanti tematiche complesse come l’autolesionismo saranno rimossi dalle bacheche dei iù giovani. L’azienda effettua un profondo monitoraggio dei contenuti, bilanciando la libertà di espressione con la sicurezza online.

Supporto e consapevolezza

Per sostenere coloro che affrontano tematiche delicate, Meta condividerà risorse fornite da organizzazioni come la National Alliance on Mental Illness. Questi aggiornamenti saranno applicati ai minori di 18 anni e verranno attivati su Instagram e Facebook nei prossimi mesi. Inoltre Meta ha implementato il “Controllo dei Contenuti Sensibili” su Instagram e “Riduci” su Facebook per limitare l’esposizione a contenuti sensibili nelle sezioni Cerca ed Esplora.

L’azienda ha dichiarato che nasconderà più risultati di ricerca su Instagram relativi a tematiche come suicidio, autolesionismo e disturbi alimentari, indirizzando gli utenti a risorse di esperti per chiedere aiuto.

Aggiornamenti delle impostazioni 

L’azienda attiverà automaticamente per tutti gli adolescenti le impostazioni più restrittive di controllo dei contenuti su Instagram e Facebook. Con notifiche mirate, Meta incoraggia gli adolescenti a regolare le proprie impostazioni di sicurezza e privacy per un’esperienza più mirata e controllata. 

e-commerce: i trend del 2024

Per essere pronti a cogliere tutte le opportunità del commercio digitale Calicantus offre una panoramica sui maggiori trend italiani e internazionali del 2024.
Prima fra tutti, la consegna in 24h, diventata cruciale per mantenere un alto vantaggio competitivo, poi, essere presenti all’interno di Marketplace con schede prodotti ricche di immagini e dettagli, che permette di sfruttare in modo efficiente il potenziale di mercati online.

Ma nell’arco dei prossimi mesi ci si aspetta anche un significativo aumento del Social Commerce, con nuove opportunità per coinvolgere e incrementare la base clienti.
Per massimizzare i vantaggi, è opportuno investire sui social media e adottare una strategia di contenuti con vetrine di prodotti, video accattivanti e collaborazioni con i creator. Ma è cruciale anche l’interazione attiva con il pubblico e la pronta risposta a commenti e messaggi.

AI, apprendimento automatico e AR

AI e apprendimento automatico stanno trasformando radicalmente l’e-commerce. Il potenziale della Realtà Aumentata poi è immenso, e nel 2024 le aziende che la incorporeranno nelle strategie di e-commerce otterranno un vantaggio competitivo significativo.
Mediante l’AI generativa, poi, la funzionalità legata alle Ricerche Vocali sarà decisamente potenziata per rendere la Customer Experience più coinvolgente e con un approccio conversazionale.
Ma quando l’e-commerce ha volumi di vendita importanti, diventa fondamentale implementare un Sistema di Gestione degli Ordini (OMS), in grado di orchestrare tutte le fasi secondo una customer experience eccellente.

Servizi in abbonamento e transazioni B2B

Non sono da meno i servizi in abbonamento, tendenza destinata a proseguire anche nel 2024. Per un lancio di successo, è cruciale implementare un sistema di gestione abbonamenti user-friendly, perché adottando i servizi in abbonamento si aprono opportunità per coltivare relazioni durature con i clienti e generare entrate ricorrenti.
Anche le transazioni B2B si sposteranno sempre più online, rendendo necessario un cambiamento nel modo in cui le aziende interagiscono con i Buyer.

Secondo Wunderman Thompson, il 90% degli utenti si aspetta un’esperienza d’acquisto simile al B2C anche nell’ambito B2B.
GenZ e Millennial stanno assumendo ruoli di responsabilità decisionali per gli acquisti B2B, e preferiscono ricercare e comprare prodotti online, spesso eludendo le tradizionali interazioni di vendita.

Architetture headless

Le architetture e-commerce headless sono sempre più popolari per aziende in cerca di soluzioni flessibili, permettendo aggiornamenti backend senza interruzioni e personalizzazione in tempo reale su diversi canali front-end.
Secondo IDC, molte piattaforme di e-commerce faticano a soddisfare gli standard moderni di customer experience, spingendo l’adozione del modello headless.

Le principali priorità evidenziate da IDC includono l’operatività su scala globale, il superamento delle aspettative dei clienti e la creazione di offerte combinate con vari fornitori e collaboratori.
Nella configurazione headless, il front-end e il back-end operano indipendentemente, offrendo maggiore personalizzazione e libertà di progettazione.

Perché le “faccine” sulla bolletta aiutano a ridurre i consumi energetici?

Una ‘faccina rossa’ in segno di disapprovazione, a indicare un eccessivo utilizzo di energia elettrica, può convincere ad attuare comportamenti più virtuosi e sostenibili?
Se inflazione, prezzi dell’energia e caro vita spingono a rivedere le abitudini di consumo, un progetto dell’Università di Trento punta a convincere le persone ad adottare un atteggiamento non solo più sobrio, ma anche più consapevole sui consumi.

Secondo i risultati della ricerca ‘Emozioni per un consumo energetico sostenibile: un’indagine psicofisiologica’, svolta al Laboratorio di Neuroscienze del Consumatore (NCLab) del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento, la comunicazione immediata, anzi, ‘parlante’, dei propri consumi energetici, li fa diminuire.

L’emotional energy-alert

In pratica, si tratta di ridurre i consumi energetici grazie a un feedback energetico personalizzato ‘emozionale’ (emotional energy-alert).
Di fatto, la ricerca ha confrontato le reazioni comportamentali e fisiologiche dell’utente di fronte a diversi tipi di feedback energetici.

Nella condizione di controllo, come nella bolletta standard, al consumatore venivano comunicati il consumo e il costo. Nella condizione sperimentale (emotional energy-alert), invece, il feedback ricevuto sul telefonino riportava gli stessi dati con l’aggiunta di una emoticon scontenta per l’eccessivo consumo.
Veniva poi inserita un’informazione in più: il consumo di energia del vicino di casa, per confrontare comportamenti, spese e risparmi.

Il feedback emozionale con emoticon rossa e riferimento sociale

“Questa è una novità rispetto alla bolletta tradizionale che di solito riporta i consumi in kilowattora e i costi – spiega Nicolao Bonini, responsabile del NCLab -. Aggiungere questo elemento di paragone con un referente sociale, il vicino di casa appunto, aumenta di circa tre volte la probabilità che il consumatore decida di ridurre il consumo elettrico. Oltre a ciò, l’emoticon rossa, arrabbiata perché si è stati spreconi, aumenta di un 3% la quantità di tale riduzione”.

Ogni consumatore coinvolto è stato testato nel laboratorio. “Abbiamo misurato la sudorazione emozionale, l’espressione facciale e i movimenti oculari, cioè reazioni non controllabili – aggiunge Bonini -. Quando le persone sono esposte al feedback emozionale con faccina e riferimento sociale ‘vicino di casa’, sudano di più rispetto alla situazione di controllo e indicano una maggiore emozionalità negativa”.

I programmi comportamentali per il contenimento dell’energia

“I nostri macchinari consentono di misurare dove il consumatore guarda, per quanto tempo, con che dilatazione pupillare, la sudorazione, i cambiamenti del ritmo cardiaco – continua il ricercatore, come riporta l’agenzia di stampa Agi -. Tutti questi indici psicofisiologici permettono di misurare l’emozionalità in maniera diretta. In questo modo integriamo dati verbali consapevoli con altri inconsapevoli. Se la politica – riflette il docente – incentivasse i fornitori di energia elettrica a utilizzare questi sistemi, che si chiamano ‘programmi comportamentali per il contenimento dell’energia’, ampiamente utilizzati all’estero, otterremmo gli stessi risultati di quelli a livello internazionale. L’uso di queste tecniche garantisce una riduzione di kilowattora consumati del 2,5%”.

Benessere psicologico nelle aziende: il burnout colpisce il 76% dei lavoratori

Se nel corso del 2023 ad avere ricevuto l’effettiva diagnosi di burnout è un lavoratore o lavoratrice su 5, chi ne ha sperimentato almeno un sintomo è il 76%. Il 14% in più rispetto al 2022.
I sintomi del burnout vanno da una sensazione di sfinimento al calo dell’efficienza lavorativa, dall’aumento del distacco mentale al cinismo rispetto al lavoro. Tra questi, il sintomo più diffuso è la sensazione di sfinimento. Per la GenZ, soprattutto i o le white collar, è più frequente il calo dell’efficienza lavorativa (56%).

Tuttavia, è diffusa la difficoltà ad assentarsi dal lavoro per prendersi cura di sé. Specialmente tra i e le blue collar, di cui solo il 19%  ha effettuato più di 5 giorni di assenza dal lavoro a causa di questo fenomeno. La percentuale sale invece per white collar (55%) e dirigenti (62%).
È quanto emerge dalla ricerca BVA Doxa commissionata da Mindwork.

Soffrire di ansia, insonnia, stress per motivi legati al lavoro

Inoltre, una persona su 2 prova condizioni di stress elevato. Il 58% di chi sperimenta malessere psicologico nella propria vita personale vive la stessa condizione anche al lavoro e viceversa. In particolare, una persona su 2 dichiara di soffrire di ansia e insonnia per motivi legati al lavoro.

Inoltre, una persona su 2 sperimenta condizioni di stress elevato. Un dato ancora più critico per i dirigenti (61%).
Purtroppo, sempre in continuità con i dati 2022, l’ambiente di lavoro si conferma come meno adatto a esprimere il proprio malessere rispetto al contesto familiare (41%).

Gen Z e Millennials si licenziano per malessere emotivo

Più della metà degli intervistati poi afferma di aver lasciato il lavoro per motivi di malessere emotivo a esso correlato (54%), fenomeno in evidenza per Gen Z e Millennials, in cui la percentuale aumenta rispettivamente del 66% e del 59%.
Oltre 9 persone su 10 ritengono quindi essenziale la promozione del benessere psicologico da parte dell’azienda (96%), ma nel 67% delle organizzazioni il servizio di supporto psicologico non è presente.

Dove disponibile, viene valutato positivamente dal 51% dei lavoratori e delle lavoratrici appartenenti alla categoria blue collar.
In notevole crescita anche la quota di persone che valuterebbero positivamente la messa a disposizione del servizio di supporto psicologico (73%), più precisamente relativamente ai white collar (76%) e blue collar (79%).

Caregiver e genitori chiedono più supporto all’impresa

Dato indicativo quello riguardante i e le caregiver, il cui 88% dichiara che questo ruolo ha un impatto considerevole sul proprio benessere psicologico. Sei su 10 dichiarano la necessità di supporto da parte dell’impresa nella gestione del proprio ruolo (59%), sebbene solo il 20% lo riceva.

Allo stesso modo, per l’89% di lavoratori e lavoratrici con figli il ruolo genitoriale ha un impatto significativo sul proprio benessere psicologico.
Più precisamente, 1 genitore su 2 riferisce il bisogno di supporto da parte dell’azienda nella gestione dei propri figli (48%). Tuttavia, solo il 25% ritiene di riceverlo.

I regali di compleanno più originali

Il compleanno è una ricorrenza importante, che merita di essere festeggiato con un regalo speciale e che faccia felice la persona che lo riceve.

Come spesso capita, soprattutto con le persone che hanno già tutto, trovare il regalo giusto non è facile, in particolar modo se si vuole fare un regalo originale.

Se è questo il caso, nessun problema!

Proprio per questo abbiamo pensato di proporti una selezione di idee regalo di compleanno originali, per tutti i gusti e per tutte le tasche.

  • Esperienze: I regali esperienziali sono sempre un’ottima scelta, perché permettono al festeggiato di vivere qualcosa di nuovo e indimenticabile.Puoi regalare un biglietto per un concerto, un evento sportivo, un corso di cucina o un’esperienza di benessere in una SPA, ad esempio.
  • Oggetti personalizzati: Un regalo personalizzato è un modo carino per dimostrare che hai pensato davvero al festeggiato e non all’apparenza.Puoi regalare un gioiello con il suo nome, un portachiavi con la sua foto o un oggetto di design con un messaggio speciale.
  • Oggetti per la casa: Se il festeggiato è un amante della casa, puoi regalargli un oggetto che gli renda la vita più bella. Una bella pianta tropicale o un bonsai particolare, un elettrodomestico di ultima generazione o un elemento d’arredo ricercato sono sempre regali apprezzati.
  • Gadget tecnologici: I gadget tecnologici sono sempre un regalo gradito, soprattutto per i giovani.Puoi regalare un nuovo smartphone, un tablet, un drone o un accessorio per la sua console preferita.
  • Attività all’aperto: Se il festeggiato ama le attività all’aperto, puoi regalargli un’esperienza che lo faccia divertire.Un corso di surf, un’escursione in montagna o un giro in bicicletta sono solo alcune delle tante idee, anche in base alle caratteristiche del territorio in cui vive la persona che lo riceverà.
  • Omaggi per la persona: Se il festeggiato è una persona a cui tieni particolarmente, puoi regalargli qualcosa che gli faccia sentire il tuo affetto.Un biglietto di auguri scritto a mano, un mazzo di fiori o una vostra foto ricordo sono gesti semplici ma significativi.
  • Insegne con il nome del festeggiato: Le insegne al neon sono un regalo originale e divertente, che può essere personalizzato con il nome del festeggiato.Questa tipologia di regalo è particolarmente apprezzata dai giovani, che amano esprimere la propria personalità in modo creativo. Le insegne al neon led possono essere utilizzate in diversi ambienti come la casa, l’ufficio o il negozio.

Altre idee carine

Se hai bisogno di altri spunti utili, valuta le idee regalo che che seguono e stabilisci se sono adatte o meno alla persona che sta per festeggiare il compleanno:

  • Un viaggio in un’altra città o paese
  • Un corso di yoga, lettura o di qualsiasi altra attività che piaccia al festeggiato
  • Un trattamento estetico o massaggio
  • Un evento culturale o una partita
  • Un’esperienza di volontariato o di solidarietà

Perché scegliere un regalo originale?

Un regalo originale è un modo per dimostrare che hai pensato davvero al festeggiato e che hai fatto uno sforzo per trovare qualcosa di speciale.

Tra l’altro un regalo originale è anche un modo per lasciare un ricordo indelebile nella mente del festeggiato, il quale penserà a te ogni volta che guarderà o utilizzerà ciò che gli avrai regalato.

Un regalo di compleanno originale è dunque un qualcosa di creativo ed utile al tempo stesso, un oggetto che verrà utilizzato nel tempo e che non sarà destinato a rimanere chiuso in un cassetto per gli anni a venire.

Conclusione

Queste sono solo alcune idee utili per individuare il regalo di compleanno perfetto per una persona a te care. L’importante è scegliere un regalo che sia adatto al festeggiato e che pensi possa utilizzare nel tempo.

In poche parole, se stai cercando un regalo di compleanno che faccia davvero la differenza, scegli qualcosa di veramente originale e sarà un successo!

Platform Thinking: la strategia che trasforma e potenzia il business

Il Platform Thinking è una strategia di innovazione che interessa 9 imprese su 10 dell’indice S&P 500. A quanto emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Platform Thinking Hub della School of Management del Politecnico di Milano il 92% di queste aziende ha infatti sviluppato un’iniziativa in qualche modo legata a una piattaforma, ma solo una su tre sta sfruttando appieno le opportunità derivanti dal Platform Thinking.

Dalla diffusione di realtà come Spotify per ascoltare la musica senza acquistare cd, Airbnb per alloggiare in una città senza usare l’albergo, Facebook o Google per informarsi senza acquistare quotidiani, le piattaforme sono diventate parte integrante della vita quotidiana, rimodellando il modo in cui si comunica, si fanno acquisti, si accede all’intrattenimento.
Di fatto, il Platform Thinking è la capacità di utilizzare meccanismi basati su piattaforme per la trasformazione del business di una qualsiasi azienda.

Non solo un fenomeno ristretto alla Silicon Valley

“La parola piattaforma è entrata nel linguaggio comune grazie alla diffusione di una miriade di servizi digitali – spiega Daniel Trabucchi, Direttore Scientifico dell’Osservatorio -. Ma le piattaforme non sono un fenomeno moderno, riservato a startup e aziende tech, radicato esclusivamente nella Silicon Valley. Le piattaforme sono strumenti per la trasformazione del business, applicabili a organizzazioni di qualsiasi tipo.
Il Platform Thinking è la capacità di comprendere le dinamiche e le logiche di innovazione dei casi di successo digitali, mettendo la loro scalabilità ed efficacia a disposizione di tutte le imprese per attivare e supportare il loro processo di Business Transformation”.

Promuovere l’innovazione secondo un nuovo paradigma

“Anche le aziende tradizionali italiane possono adottare un approccio di Platform Thinking – continua Tommaso Buganza, Responsabile Scientifico e Direttore dell’Osservatorio -. È possibile trarre insegnamento dalle esperienze di successo per promuovere l’innovazione secondo un nuovo paradigma.
Quella del Platform Thinking è una prospettiva universalmente applicabile, dal settore manifatturiero ai servizi, dai nuovi arrivati digitali alle imprese collaudate nel tempo, dalle imprese a conduzione familiare alle multinazionali. 
Vedere un’opportunità di innovazione per le imprese esistenti, piuttosto che un semplice modello di business per le startup, permette di entrare in una nuova epoca, un vero e proprio ‘Rinascimento’ per le piattaforme”.

Solo il 30% delle aziende sta sviluppando piattaforme vere e proprie 

Delle prime 500 aziende dell’indice Standard & Poor, escludendo le sole 16 realtà con piattaforme ‘native’ (Google, Meta, Apple…), il 92% delle imprese (445) ha sviluppato una o più iniziative promuovendole come ‘piattaforma’. Ma nella maggioranza dei casi si tratta semplicemente di servizi lineari digitali, senza le caratteristiche che identificano le vere e proprie piattaforme.

Solo il 30% (135) sta sviluppando vere e proprie piattaforme sfruttandone l’efficacia e scalabilità, ma proprio questo 30% realizza il 34% delle vere iniziative di piattaforma tra quelle analizzate.
Questo indica che applicare il Platform Thinking può essere molto complesso nella fase iniziale, ma una volta che il meccanismo viene decodificato, implementato e appreso, viene replicato con successo.

Furti di dati online: aumentano gli alert sul dark web. Anche in Italia

Le attività fraudolente degli hacker sono in continuo aumento. Nel primo semestre del 2023 il numero di account che in tutto il mondo ha visto compromesse le proprie credenziali è aumentato significativamente, spesso in combinazione con altri dati estremamente preziosi per gli hacker. Di conseguenza, aumenta anche il numero degli alert inviati sul dark web, arrivato a 911.960, con una crescita del +17,9% rispetto al secondo semestre 2022. Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio Cyber realizzato da CRIF, sull’open web il numero degli alert inviati è stato invece di oltre 45.600, segnando però una decrescita del -26,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

La tipologia di dati più frodati nel web

Dalle rilevazioni del primo semestre 2023 emerge come, tra le categorie di account circolanti nel dark web e quindi più vulnerabili agli attacchi degli hacker, ci siano al primo posto gli indirizzi e-mail, seguiti da password e username, indirizzi postali e numeri di telefono. Proprio per quanto riguarda il furto degli account e-mail, tra i Paesi maggiormente colpiti a livello globale figura anche l’Italia, che si trova al 5° posto, subito dopo Stati Uniti, Russia, Germania e Bulgaria. Insieme alle e-mail anche il numero di telefono è diventato un dato personale sempre più prezioso e da tutelare maggiormente, perché consente di completare il profilo della vittima.

Aziende: attente al ransomware!

Infatti, la combinazione del numero di telefono con una password è stata rilevata nel 29% dei casi, ed è più che triplicata rispetto al secondo semestre del 2022 (+372%). Il numero di telefono gioca quindi un ruolo fondamentale e, quando associato anche alla password, aumenta la vulnerabilità della vittima.
Inoltre, tra le principali combinazioni di dati rilevati sul dark web, le e-mail sono molto spesso associate a una password (92,3% dei casi), così come molto spesso assieme alle username appaiono le password (62,5%). Ma un’altra minaccia in forte crescita, soprattutto per le aziende, è il ransomware. Attraverso la double extortion, la duplice estorsione, oltre a subire il furto e la compromissione di informazioni sensibili, aumenta anche il rischio che queste vengano diffuse sul dark web.

In Italia 4 utenti su 5 hanno ricevuto un alert sul dark web

Per quanto riguarda l’Italia nel primo semestre 2023 oltre il 40% degli utenti ha ricevuto un alert relativo ai propri dati. Più in particolare, si rileva un aumento complessivo degli alert inviati relativamente a furto di dati monitorati sul dark web: praticamente 4 utenti su 5 hanno ricevuto avvisi di questo tipo. Sul web pubblico, invece, dove i dati sono praticamente accessibili a chiunque, gli utenti allertati sono stati il 20,5%. Qui i dati più frequentemente rilevati sono stati il codice fiscale (55,1%) e l’indirizzo email (32,3%), seguiti da numero di telefono (7,6%), username (2%) e indirizzo postale (3%).

Vacanze: come evitare cyber truffe e prenotare online in sicurezza

Da biglietti aerei a basso costo agli alloggi troppo belli per essere veri fino ai sondaggi che nascondo brutte sorprese, i ricercatori Kaspersky hanno analizzato le truffe più diffuse online per offrire ai viaggiatori alcuni consigli per evitarle e pianificare una vacanza sicura. Alcuni siti web fraudolenti offrono infatti voli aerei a basso costo per sottrarre denaro o informazioni personali senza fornire i biglietti prenotati. Queste pagine di phishing, ben realizzate, spesso imitano noti servizi di compagnie aeree e aggregatori di biglietti. In alcuni casi mostrano persino i dettagli reali dei voli, inviando richieste di ricerca ad aggregatori legittimi e riportando le informazioni ricevute.

Quando il booking è fraudolento

I cyber criminali creano anche annunci su piattaforme popolari, mostrando foto affascinanti e offrendo prezzi bassi per attirare i viaggiatori. Ovviamente, una volta effettuati prenotazione e pagamento l’alloggio si rivela inesistente.
Anche le prenotazioni alberghiere non sono esenti dalle truffe. Attraverso siti web falsi, che imitano piattaforme legittime di hotel booking, i truffatori invitano gli utenti ad accedere con le loro credenziali di Facebook o Google, ottenendo così l’accesso non autorizzato a social media o account email delle vittime per furti di identità, transazioni non autorizzate e altre attività dannose. Ma esistono anche siti web o email ingannevoli che invitano a completare un sondaggio di viaggio per ottenere una ricompensa sostanziosa. Con la scusa dei requisiti di idoneità o la promessa di premi mai consegnati, i criminali raccolgono i dati personali delle vittime, che spesso vengono utilizzate come strumento per diffondere la truffa, invitandole alla condivisione del sito.

Affidarsi a piattaforme conosciute

Per pianificare una vacanza sicura, gli esperti di Kaspersky consigliano di utilizzare solo piattaforme di prenotazione di viaggi, voli aerei e siti web di hotel conosciuti e affidabili. Diffidare di siti sconosciuti e sospetti che offrono prezzi incredibilmente bassi o che chiedono troppe informazioni personali. Inoltre, prima di effettuare transazioni o fornire dati personali, è importante controllare due volte che l’URL sia sicuro (https e icona del lucchetto). Prestare poi sempre attenzione ai siti che contengono piccoli errori di ortografia o nomi di dominio insoliti, poiché potrebbero indicare attività fraudolente.

Leggere sempre le recensioni

Un altro consiglio è quello di effettuare sempre e solo ricerche su strutture ricettive, compagnie aeree o agenzie di viaggio che si intendono utilizzare e controllare le recensioni. Grazie alle recensioni di fonti affidabili è possibile avere un’idea dell’esperienza degli altri viaggiatori e individuare eventuali segnali di pericolo. Utilizzare poi una soluzione di sicurezza: una soluzione di sicurezza affidabile, come Kaspersky Premium, garantisce una protezione completa da tutte le forme di truffe conosciute e non, tra cui il phishing.