Anche i sistemi di controllo industriali sotto attacco informatico

Secondo il report ICS CERT di Kaspersky, nel primo semestre del 2023, in Italia è stato rilevato e bloccato software malevolo su circa il 23,7% dei computer dei sistemi di controllo industriale (ICS). In Italia, le minacce più comuni sono state rappresentate da script dannosi e pagine di phishing (9,7%), risorse Internet non autorizzate (7,7%) e documenti malevoli (4,5%).
Nel medesimo periodo, anche i Paesi generalmente considerati più sicuri hanno registrato un aumento inaspettato degli attacchi informatici ai computer ICS. Questo fenomeno è stato riscontrato in Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Canada e nell’Europa occidentale e settentrionale, regioni solitamente caratterizzate da bassi livelli di minacce. Tuttavia, va sottolineato che tali Paesi conservano comunque percentuali di minacce relativamente basse rispetto ad altre parti del mondo. L’incremento delle minacce è stato principalmente dovuto al blocco di risorse Internet non autorizzate e di script dannosi, che spesso vengono diffusi attraverso la rete e-mail. Inoltre, è stato riscontrato un notevole aumento del rilevamento di spyware in queste regioni.

In Africa la percentuale più alta di minacce

A livello globale, le percentuali di minacce variano significativamente da una regione all’altra. In Africa, ad esempio, è stata registrata la percentuale più alta di minacce (40,3%), mentre il Nord-Europa ha riportato la percentuale più bassa (14,7%). A livello di singoli Paesi, l’Etiopia è risultata avere la percentuale di minacce più elevata (53,3%), mentre il Lussemburgo ha presentato la percentuale più bassa (7,4%). In Europa occidentale, il settore manifatturiero è stato il più colpito (17,4%), seguito dall’energia (16,2%) e dal settore oil & gas (12,2%).

Sicurezza informatica priorità per le industrie

“Per le organizzazioni industriali, la cybersecurity è diventata una questione di tutela degli investimenti e di garanzia di resilienza degli asset principali. I dati emersi dalla nostra analisi degli attacchi al settore industriale offrono insight interessanti sull’evoluzione del panorama delle minacce nei diversi settori. Le aziende che comprendono questi rischi possono prendere decisioni consapevoli, distribuire meglio le risorse, e rafforzare efficacemente le proprie difese. In questo modo, non solo proteggono i propri profitti, ma contribuiscono a un ecosistema digitale più sicuro per tutti”, ha dichiarato Evgeny Goncharov, Head of Kaspersky ICS CERT.

Come proteggere i sistemi ICS

Per proteggere i computer dei sistemi di controllo industriale da diverse minacce, gli esperti di Kaspersky hanno suggerito alcune misure, tra cui condurre regolari valutazioni di sicurezza dei sistemi OT per identificare e risolvere eventuali problemi, effettuare costanti valutazioni delle vulnerabilità e applicare aggiornamenti programmati per i componenti chiave della rete OT. Inoltre, l’uso di soluzioni di rilevamento e risposta agli incidenti come Kaspersky Endpoint Detection and Response è stato consigliato per il rilevamento tempestivo di minacce sofisticate. Infine, è stata sottolineata l’importanza di formare il personale IT e OT sulla sicurezza, al fine di migliorare la preparazione per affrontare nuove e avanzate tecniche dannose.

Furti di dati online: aumentano gli alert sul dark web. Anche in Italia

Le attività fraudolente degli hacker sono in continuo aumento. Nel primo semestre del 2023 il numero di account che in tutto il mondo ha visto compromesse le proprie credenziali è aumentato significativamente, spesso in combinazione con altri dati estremamente preziosi per gli hacker. Di conseguenza, aumenta anche il numero degli alert inviati sul dark web, arrivato a 911.960, con una crescita del +17,9% rispetto al secondo semestre 2022. Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio Cyber realizzato da CRIF, sull’open web il numero degli alert inviati è stato invece di oltre 45.600, segnando però una decrescita del -26,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

La tipologia di dati più frodati nel web

Dalle rilevazioni del primo semestre 2023 emerge come, tra le categorie di account circolanti nel dark web e quindi più vulnerabili agli attacchi degli hacker, ci siano al primo posto gli indirizzi e-mail, seguiti da password e username, indirizzi postali e numeri di telefono. Proprio per quanto riguarda il furto degli account e-mail, tra i Paesi maggiormente colpiti a livello globale figura anche l’Italia, che si trova al 5° posto, subito dopo Stati Uniti, Russia, Germania e Bulgaria. Insieme alle e-mail anche il numero di telefono è diventato un dato personale sempre più prezioso e da tutelare maggiormente, perché consente di completare il profilo della vittima.

Aziende: attente al ransomware!

Infatti, la combinazione del numero di telefono con una password è stata rilevata nel 29% dei casi, ed è più che triplicata rispetto al secondo semestre del 2022 (+372%). Il numero di telefono gioca quindi un ruolo fondamentale e, quando associato anche alla password, aumenta la vulnerabilità della vittima.
Inoltre, tra le principali combinazioni di dati rilevati sul dark web, le e-mail sono molto spesso associate a una password (92,3% dei casi), così come molto spesso assieme alle username appaiono le password (62,5%). Ma un’altra minaccia in forte crescita, soprattutto per le aziende, è il ransomware. Attraverso la double extortion, la duplice estorsione, oltre a subire il furto e la compromissione di informazioni sensibili, aumenta anche il rischio che queste vengano diffuse sul dark web.

In Italia 4 utenti su 5 hanno ricevuto un alert sul dark web

Per quanto riguarda l’Italia nel primo semestre 2023 oltre il 40% degli utenti ha ricevuto un alert relativo ai propri dati. Più in particolare, si rileva un aumento complessivo degli alert inviati relativamente a furto di dati monitorati sul dark web: praticamente 4 utenti su 5 hanno ricevuto avvisi di questo tipo. Sul web pubblico, invece, dove i dati sono praticamente accessibili a chiunque, gli utenti allertati sono stati il 20,5%. Qui i dati più frequentemente rilevati sono stati il codice fiscale (55,1%) e l’indirizzo email (32,3%), seguiti da numero di telefono (7,6%), username (2%) e indirizzo postale (3%).

Riciclo dei materiali, l’Italia più virtuosa di altri Paesi UE

L’Italia mette a segno una performance positiva rispetto ad altri Paesi dell’Unione Europea in termini di riutilizzo dei materiali e impronta materiale, due dei tre indicatori dell’SDG 12, “Consumo e produzione responsabili”. Tuttavia, il nostro paese si posiziona al di sotto della media europea per quanto riguarda l’indicatore che misura i rifiuti pro capite prodotti. Questi dati sono stati certificati da Eurostat, che ha reso pubblici i risultati ottenuti dai vari Paesi dell’UE su questi tre indicatori.

Il tasso di circolarità sale di oltre l’11%

A livello comunitario, nel 2020, il consumo di materie prime è diminuito del 3% (13,7 tonnellate pro capite) rispetto al 2016 (14,0 tonnellate pro capite). Il tasso di circolarità, che misura la quota di materie prime secondarie rispetto a tutti i materiali utilizzati nell’economia, è salito all’11,7% nel 2021, aumentando dello 0,2% rispetto al 2017 (11,5%). Inoltre, la produzione di rifiuti è scesa a 4,8 tonnellate pro capite nel 2020, registrando un calo del 5% rispetto al 2016 (5,1 tonnellate pro capite). È importante notare che il lockdown ha avuto un forte impatto su questi risultati.

SDG 12, cos’è?

L’SDG 12, intitolato “Consumo e produzione responsabili”, richiede una serie di azioni da parte di imprese, politici e consumatori per promuovere modelli di consumo e produzione sostenibili. Questi obiettivi sono parte dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile stabiliti dall’ONU nel 2015 con l’Agenda 2030, che coprono vari aspetti, non solo l’ambito della sostenibilità ambientale ma anche quelli sociali e di governance aziendale. L’indicatore Sdg 12 si basa su tre pilastri: l’uso di tecnologie avanzate per la sostenibilità, l’efficienza delle risorse con la riduzione degli sprechi energetici e la diminuzione complessiva dei rifiuti prodotti.

Italia “rimandata” in rifiuti

In termini di performance europee, l’Italia si colloca al di sotto della media europea solo nell’indicatore che misura i rifiuti pro capite. Nel 2018, i 27 Paesi membri hanno prodotto in media 1.820 chili di rifiuti pro capite, mentre l’Italia ha registrato 1.850 chili pro capite, peggio solo della Germania con 1.872 chili. Francia (1.514 chili pro capite) e Spagna (1.540 chili pro capite) hanno ottenuto risultati migliori. Per quanto riguarda il tasso di circolarità, l’Italia si posiziona bene, con il 20,6% del materiale utilizzato, quasi il doppio della media europea ferma all’11,7%. Anche la Francia ha ottenuto un buon risultato con il 19,2%. Germania e Spagna, invece, hanno registrato tassi di circolarità più bassi, rispettivamente al 12,9% e 9,3% nel 2020.

Migliora l’impronta materiale

Anche l’impronta materiale dell’Italia è migliore della media europea, con 10 tonnellate e 228 quintali pro capite nel 2020, superiore solo a quella spagnola (10 tonnellate e 4 quintali). Entrambi gli Stati si collocano al di sotto della media europea di 13 tonnellate e 654 quintali, con la Francia a 12 tonnellate e 699 quintali e la Germania a 15 tonnellate e 69 quintali. In sintesi, l’Italia deve lavorare per ridurre la produzione di rifiuti pro capite, ma sta ottenendo buoni risultati rispetto ai suoi partner europei negli altri indicatori dell’SDG 12 dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Crisi climatica: gli europei vogliono accelerare la transizione verde

Secondo il nuovo sondaggio Eurobarometro, oltre la metà degli europei pensa che la transizione verso un’economia verde dovrebbe essere accelerata.
I cittadini europei avvertono la minaccia del cambiamento climatico nella vita quotidiana: in media, oltre un terzo degli europei si sente personalmente esposto a rischi e minacce ambientali e legati al clima. Dal punto di vista economico, per il 73% degli europei il costo dei danni dovuti ai cambiamenti climatici è molto più elevato dell’investimento necessario per una transizione verde. Per questo motivo, e si aspettano massicci investimenti nelle energie rinnovabili.
I cittadini europei continuano quindi a sostenere in modo schiacciante la transizione energetica. E considerano ambiente e cambiamento climatico come una delle questioni più importanti che l’Unione Europea deve affrontare, 

Rendere l’UE climaticamente neutra entro il 2050

Più di otto intervistati su dieci ritengono importante che il proprio governo nazionale (86%) e l’Unione (85%) agiscano per migliorare l’efficienza energetica entro il 2030. Il 58% ritiene poi che l’uso delle fonti energetiche rinnovabili dovrebbe essere accelerato e l’efficienza energetica aumentata. Per quasi nove cittadini UE su dieci (88%) le emissioni di gas a effetto serra dovrebbero essere ridotte al minimo, compensando al contempo le emissioni rimanenti per rendere l’UE climaticamente neutra entro il 2050. Più di tre quarti infatti (77%) ritiene che il cambiamento climatico sia un problema molto serio in questo momento, classificando la gravità del cambiamento climatico tra 7 e 10 su una scala fino a 10.

Più sostegno finanziario pubblico alle energie pulite

Per tre quarti degli intervistati (75%) agire sul cambiamento climatico renderà le imprese dell’UE più competitive, e quasi altrettanti (73%) concordano sul fatto che il costo dei danni causati dal cambiamento climatico è molto più alto del costo dell’investimento in una transizione verde.
Sette intervistati su dieci (70%) poi sono convinti che la riduzione delle importazioni di combustibili fossili extra UE può aumentare la sicurezza energetica e avvantaggiare economicamente l’UE (27% totalmente d’accordo, 43% tendenzialmente d’accordo). E quasi otto su dieci (78%) sono d’accordo sul fatto che si dovrebbe destinare più sostegno finanziario pubblico alla transizione verso le energie pulite, anche se ciò significa ridurre i sussidi ai combustibili fossili.

È necessario fissare obiettivi ambiziosi

Quasi nove europei su dieci (87%) pensano che sia importante fissare obiettivi ambiziosi per aumentare l’uso di energia rinnovabile, e l’85% ritiene importante che l’UE agisca per migliorare l’efficienza energetica, incoraggiando le persone a isolare la propria casa, installare pannelli solari o comprare auto elettriche.
Inoltre, riporta Adnkronos, la grande maggioranza dei cittadini sta già intraprendendo azioni individuali per il clima (93%), e compie consapevolmente scelte sostenibili nella vita quotidiana.
Tuttavia, i cittadini sottolineano la necessità di riforme per accompagnare l’azione individuale, indicando anche la responsabilità dei governi nazionali (56%), dell’UE (56%) e dell’industria (53%).

Le Pmi europee e i pagamenti online

Dal 2022 il numero medio di pagamenti per azienda è notevolmente aumentato sia per gli acquisti offline sia online. Tuttavia, nel primo trimestre 2023 i pagamenti online hanno mostrato una crescita su base annua del 40% rispetto al +5% dei pagamenti offline.
Emerge dal report di Qonto sulle abitudini di spesa di 350.000 Pmi e liberi professionisti in Germania, Spagna, Francia e Italia. Sei i dati mostrano la crescente adozione di pagamenti online e l’aumento dell’utilizzo delle carte virtuali da parte delle Pmi europee, le Pmi francesi mostrano il più forte aumento nell’adozione dei pagamenti online in Europa, con il 41% della crescita su base annua, seguita a breve distanza dalle Pmi italiane e tedesche (34%).

Carte virtuali in aumento in tutta Europa

Nel primo trimestre 2023 il numero medio di utilizzo di carte virtuali per azienda è cresciuto tre volte più velocemente su base annua rispetto alle carte fisiche. A questo si somma un aumento del 50% nel corso del 2022. Le carte fisiche rimangono però l’opzione di pagamento preferita per le Pmi europee e i liberi professionisti, con il 60% di utilizzo. In Italia, le carte virtuali hanno superato quelle fisiche dall’estate del 2022 e hanno rappresentato oltre il 60% di tutte le transazioni con carta nel quarto trimestre 2022 e nel primo trimestre 2023.

Spendere soldi in beni primari e servizi online

La maggior parte della spesa aziendale viene destinata a beni e bisogni primari come cibo, carburante e costi di trasporto, che nel primo trimestre 2023 rappresentano il 35% di tutte le transazioni effettuate dalle aziende. Tuttavia, tra il 2022 e il 2023, si registra un aumento del 18% su base annua del numero medio di transazioni effettuate per i servizi online, come abbonamenti online, soluzioni cloud, strumenti per la gestione delle password online, software di editing, piattaforme pubblicitarie online, come Adobe, Amazon Web Service o annunci Facebook.
L’aumento più elevato delle transazioni per servizi online è stato registrato dalle Pmi e dai liberi professionisti italiani (+22%). Complessivamente, i beni primari e i servizi online costituiscono il 44% dei pagamenti realizzati in Italia.

TikTok è la piattaforma di social media marketing più utilizzata

Le Pmi e i liberi professionisti europei si affidano sempre più ai social media e alle piattaforme digitali per le loro strategie di comunicazione e marketing.
Se la maggior parte delle aziende utilizza Google, Meta e Twitter, a partire dal 2022 il numero medio di transazioni per organizzazione mostra un aumento significativo dell’utilizzo di TikTok da parte di Pmi e liberi professionisti, che spendono più frequentemente su TikTok che sugli altri canali.
In Francia e in Italia, le transazioni su TikTok rappresentano rispettivamente il 70% di tutte le transazioni effettuate su tali canali digitali. Gli importi medi spesi, tuttavia, non superano quelli dedicati agli altri canali.

Vacanze: come evitare cyber truffe e prenotare online in sicurezza

Da biglietti aerei a basso costo agli alloggi troppo belli per essere veri fino ai sondaggi che nascondo brutte sorprese, i ricercatori Kaspersky hanno analizzato le truffe più diffuse online per offrire ai viaggiatori alcuni consigli per evitarle e pianificare una vacanza sicura. Alcuni siti web fraudolenti offrono infatti voli aerei a basso costo per sottrarre denaro o informazioni personali senza fornire i biglietti prenotati. Queste pagine di phishing, ben realizzate, spesso imitano noti servizi di compagnie aeree e aggregatori di biglietti. In alcuni casi mostrano persino i dettagli reali dei voli, inviando richieste di ricerca ad aggregatori legittimi e riportando le informazioni ricevute.

Quando il booking è fraudolento

I cyber criminali creano anche annunci su piattaforme popolari, mostrando foto affascinanti e offrendo prezzi bassi per attirare i viaggiatori. Ovviamente, una volta effettuati prenotazione e pagamento l’alloggio si rivela inesistente.
Anche le prenotazioni alberghiere non sono esenti dalle truffe. Attraverso siti web falsi, che imitano piattaforme legittime di hotel booking, i truffatori invitano gli utenti ad accedere con le loro credenziali di Facebook o Google, ottenendo così l’accesso non autorizzato a social media o account email delle vittime per furti di identità, transazioni non autorizzate e altre attività dannose. Ma esistono anche siti web o email ingannevoli che invitano a completare un sondaggio di viaggio per ottenere una ricompensa sostanziosa. Con la scusa dei requisiti di idoneità o la promessa di premi mai consegnati, i criminali raccolgono i dati personali delle vittime, che spesso vengono utilizzate come strumento per diffondere la truffa, invitandole alla condivisione del sito.

Affidarsi a piattaforme conosciute

Per pianificare una vacanza sicura, gli esperti di Kaspersky consigliano di utilizzare solo piattaforme di prenotazione di viaggi, voli aerei e siti web di hotel conosciuti e affidabili. Diffidare di siti sconosciuti e sospetti che offrono prezzi incredibilmente bassi o che chiedono troppe informazioni personali. Inoltre, prima di effettuare transazioni o fornire dati personali, è importante controllare due volte che l’URL sia sicuro (https e icona del lucchetto). Prestare poi sempre attenzione ai siti che contengono piccoli errori di ortografia o nomi di dominio insoliti, poiché potrebbero indicare attività fraudolente.

Leggere sempre le recensioni

Un altro consiglio è quello di effettuare sempre e solo ricerche su strutture ricettive, compagnie aeree o agenzie di viaggio che si intendono utilizzare e controllare le recensioni. Grazie alle recensioni di fonti affidabili è possibile avere un’idea dell’esperienza degli altri viaggiatori e individuare eventuali segnali di pericolo. Utilizzare poi una soluzione di sicurezza: una soluzione di sicurezza affidabile, come Kaspersky Premium, garantisce una protezione completa da tutte le forme di truffe conosciute e non, tra cui il phishing.

Come posso gestire la manutenzione e la pulizia della piscina in modo efficiente?

Se hai una piscina in giardino, saprai bene che la manutenzione e la pulizia sono fondamentali per garantirne un corretto funzionamento e prolungarne la durata nel tempo.

La piscina è infatti un’ottimo complemento per qualsiasi abitazione, ma chiaramente richiede una cura costante per far si che l’acqua sia sempre pulita e salubre per chi ne usufruisce.

Infatti, la manutenzione regolare della piscina non garantisce soltanto la sicurezza in senso generico per chi la utilizza, ma previene anche la formazione di alghe, batteri e altri microrganismi nocivi per la salute.

Tra l’altro, aspetto questo non indifferente, una piscina ben mantenuta dura più a lungo e richiede meno interventi di riparazione durante il corso dell’anno.

Test dell’acqua

Il primo passo per una buona manutenzione della tua piscina è fare il test dell’acqua regolarmente. Ciò vale sia per le piscine in acciaio (quelle  prefabbricate) che per quelle in muratura.

Il test dell’acqua è un modo semplice e veloce per verificare i livelli di cloro, pH e alcalinità dell’acqua della piscina.

Questi tre fattori sono fondamentali per mantenere l’acqua sempre pulita e salubre. Questo test può essere effettuato facilmente con un kit per l’analisi della qualità dell’acqua, disponibile in qualsiasi negozio specializzato.

Per effettuare il test in modo attendibile, assicurati di acquistare un kit di test dell’acqua di buona qualità e segui attentamente le istruzioni del produttore. Effettua il test dell’acqua almeno una volta alla settimana, o più spesso in caso di frequente utilizzo o di condizioni meteorologiche avverse.

Pulizia del fondo

La pulizia del fondo è un’altra pratica importante nella gestione e nella cura di una piscina.

Il fondo della piscina può infatti accumulare foglie, sporco, detriti e altri materiali che possono intasare i filtri e compromettere la qualità dell’acqua.

Questo tipo di pulizia può essere effettuata con un apposito aspiratore o con un robot pulitore; ad ogni modo, assicurati di avere l’attrezzatura adeguata per ottenere un risultato soddisfacente.

Filtrazione dell’acqua

La filtrazione è davvero importante per la manutenzione della tua piscina e la pulizia dell’acqua in particolare. I filtri della piscina rimuovono le particelle di sporco ed i detriti dall’acqua, mantenendola pulita e salubre per chi ne usufruisce.

Tra i filtri più utilizzati nelle piscine vi sono quelli a sabbia, a cartuccia o a diatomee.

Per filtrare al meglio l’acqua della tua piscina, assicurati di scegliere filtri che siano adatti alle dimensioni della stessa e segui scrupolosamente le istruzioni per un idoneo utilizzo. Un ultimo consiglio in merito è quello di verificare regolarmente lo stato dei filtri e pulirli o sostituirli quando necessario.

Aggiunta di prodotti chimici

L’aggiunta di prodotti chimici come il cloro ed i regolatori di PH è importante per garantirsi sempre nuotate sicure, oltre che per far funzionare al meglio la struttura. Il cloro uccide infatti i batteri e le alghe nell’acqua, mentre i regolatori di pH dell’acqua ristabiliscono il giusto equilibrio tra basicità e acidità.

Assicurati di scegliere prodotti chimici adeguati e di qualità, ricordando di aggiungerli solo dopo aver effettuato il test dell’acqua.

Copertura della piscina

La copertura della piscina è una soluzione utile per la gestione della piscina. Una copertura infatti, protegge la piscina dalle foglie, dai detriti e dal sole, riducendo la quantità di prodotti chimici necessari per mantenere l’acqua pulita e salubre.

Inoltre, la copertura della piscina previene la formazione di alghe e batteri nell’acqua, che si formano a causa dei raggi del sole.

Copri per questo la piscina quando non è in uso e verificane regolarmente lo stato per assicurarti che sia sempre integra.

Conclusioni

In breve, la manutenzione e la pulizia della piscina richiedono un impegno costante ma  fondamentale da parte tua, per garantire una piscina pulita e sicura.

Molto importante è effettuare periodicamente il test dell’acqua così da intervenire se necessario, oltre ad effettuare regolarmente le operazioni di pulizia, incluse quelle che riguardano il fondo.

Seguendo questi consigli, avrai adottato una adeguata routine di manutenzione della tua piscina, così da poterla utilizzare in sicurezza e a lungo nel tempo.

Ocean Economy: perchè gli oceani da preservare sono anche un “business”?

Gli oceani sono una risorsa, da preservare anche a livello di business, e le aziende iniziano a capire che le proprie azioni hanno un impatto sulla salute dell’oro blu. A marzo 2023 le Nazioni Unite hanno concordato un trattato per proteggere gli oceani e riparare la natura marina, l’High Seas Treaty che formula obiettivi ambiziosi tra cui fermare la perdita di biodiversità, rendere area protetta il 30% delle aree oceaniche e ripristinare il 30% degli habitat degradati entro il 2030. Il tutto, per un costo che si aggira sui 10 trilioni di euro. D’altronde, ogni euro investito nella ricostituzione della vita marina ne genera 10 di ritorno.
È quanto rileva la terza edizione del report ‘Business for Ocean Sustainability’, sviluppato da One Ocean Foundation in collaborazione con SDA Bocconi, McKinsey & Company e CSIC (Consiglio Nazionale delle Ricerche spagnolo).

Il Blue Natural Capital genera 5,2 trilioni di dollari l’anno

Il Blue Natural Capital dovrebbe essere il principio guida di una Ocean Economy a favore della natura. Un’economia che genera ogni anno 5,2 trilioni di dollari. Ma le aziende sono responsabili per la pressione diretta e indiretta esercitata sugli oceani. Secondo il Report il 52% delle aziende oggi è consapevole della pressione sull’ecosistema marino, e molte hanno cominciato ad agire per mitigare tale pressione. Ma il punteggio medio di attivazione per azienda, ovvero il numero di azioni con effetto positivo sull’oceano, è solo al 20%, con grandi differenze tra i settori.
Inoltre, la maggior parte delle aziende sta agendo con misure che vanno a beneficio degli oceani solo in modo indiretto. Poche hanno attivato azioni rivolte direttamente alla conservazione e alla sostenibilità.

Criteri SDG: vita sottomarina considerata meno prioritaria

Tra le aziende che agiscono più miratamente, il 50% ha una prospettiva basata sulla mitigazione del rischio, il 35% su mitigazione del rischio e opportunità, e solo il 15% è focalizzato sulle opportunità di business. Se a fronte di una crescente consapevolezza dell’importanza sociale, ambientale ed economica degli oceani, il criterio SDG14 ‘Life Below Water’, l’indicatore del livello di attenzione che le imprese prestano a questi temi, rimane uno degli SDG considerato meno prioritario.
Il 76% delle aziende si è impegnato su almeno 1 dei 17 criteri SDG (60% nel 2019), ma SDG14 è incluso solo dal 9% delle aziende, che si focalizzano soprattutto su SDG5 ‘Gender Equality’ e SDG13 ‘Climate Action’. 

Scarsa consapevolezza della pressione esercitata sui mari

Di contro, il numero delle aziende impegnate nell’SDG14 è cresciuto dal 6% del 2017 al 9% del 2021.
Il Report sottolinea però come le aziende che operano nell’Ocean Economy siano più attente. Il 32% di loro include SDG14 nei propri report di sostenibilità, le imprese del settore tessile e abbigliamento sono il 24%, e quelle dei Servizi pubblici & Generazione di energia elettrica e Agrifood il 13%.
Quindi, a fronte di una crescente consapevolezza rimane comunque diffusa una scarsa coscienza delle pressioni dirette e indirette che l’industria esercita sui mari, specialmente nei settori non direttamente operanti nell’Ocean Economy.

Intelligenza Artificiale, dal Parlamento UE il primo regolamento al mondo

Il Parlamento europeo ha approvato la sua posizione negoziale sulla legge sull’Intelligenza Artificiale (AI) con 499 voti a favore, 28 contrari e 93 astensioni, ed è pronto a iniziare i negoziati con gli Stati membri dell’Unione Europea per il testo definitivo. Le norme mirano a garantire che lo sviluppo e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in Europa siano conformi ai diritti e ai valori dell’UE, ad esempio in termini di supervisione umana, sicurezza, privacy, trasparenza, non discriminazione e benessere sociale e ambientale. Le norme seguono un approccio basato sul rischio e stabiliscono obblighi per i fornitori e gli operatori di sistemi di Intelligenza Artificiale a seconda del livello di rischio che l’IA può generare, riferisce Agi. Saranno vietati i sistemi di Intelligenza Artificiale che presentano un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone, come quelli utilizzati per il punteggio sociale (classificare le persone in base al loro comportamento sociale o alle loro caratteristiche personali).

Ampliata la lista dei divieti

I deputati hanno ampliato l’elenco dei divieti per includere anche gli usi intrusivi e discriminatori dell’Intelligenza Artificiale, come l’uso di sistemi di identificazione biometrica remota “in tempo reale” e “a posteriori” in spazi accessibili al pubblico, i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili (come genere, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico), i sistemi di polizia predittiva basati sulla profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati, i sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati dalle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, nei luoghi di lavoro e negli istituti d’istruzione, e l’estrazione non mirata di dati biometrici da Internet o da telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale in violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy.

La salute è un tema centrale

I deputati desiderano inoltre che la classificazione delle applicazioni ad alto rischio includa anche i sistemi di Intelligenza Artificiale che comportano danni significativi per la salute, la sicurezza, i diritti fondamentali delle persone o l’ambiente. Sono stati aggiunti alla lista ad alto rischio i sistemi di Intelligenza Artificiale utilizzati per influenzare gli elettori e l’esito delle elezioni, nonché i sistemi di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme dei social media con oltre 45 milioni di utenti.

Anche i fornitori chiamati nel processo di “controllo”

I fornitori di modelli di Intelligenza Artificiale, che rappresentano un settore in rapida evoluzione, dovranno valutare e mitigare i possibili rischi per la salute, la sicurezza, i diritti fondamentali, l’ambiente, la democrazia e lo Stato di diritto, e registrare i loro modelli nel database dell’UE prima di metterli sul mercato europeo. I sistemi di Intelligenza Artificiale generativa basati su tali modelli, come ChatGPT, dovranno rispettare i requisiti di trasparenza, dichiarando che il contenuto è stato generato dall’IA, aiutando anche a distinguere le cosiddette immagini deep-fake da quelle reali e fornendo salvaguardie per evitare la generazione di contenuti illegali. Sarà inoltre necessario pubblicare sintesi dettagliate dei dati protetti dal diritto d’autore utilizzati per l’addestramento.
Per stimolare l’innovazione nel campo dell’Intelligenza Artificiale e sostenere le PMI, i deputati hanno previsto esenzioni per le attività di ricerca e le componenti di Intelligenza Artificiale fornite con licenze open-source. La nuova legge promuove anche i cosiddetti spazi di sperimentazione normativa, ossia ambienti di vita reale creati dalle autorità pubbliche per testare l’Intelligenza Artificiale prima della sua implementazione.

I cittadini potranno presentare reclami

Infine, i deputati intendono rafforzare il diritto dei cittadini di presentare reclami sui sistemi di Intelligenza Artificiale ad alto rischio con un impatto significativo sui loro diritti fondamentali e di ricevere spiegazioni sulle decisioni basate su tali sistemi. Hanno anche riformato il ruolo dell’Ufficio dell’UE per l’IA, che avrà il compito di monitorare l’attuazione delle norme sull’Intelligenza Artificiale.

Podcast, passione italiana: 16,4 milioni di persone li ascoltano

Quali sono i nuovi amici degli italiani? I podcast, che si stanno rivelando dei compagni fedelissimi del tempo libero e non solo. Negli ultimi 12 mesi, ben 16,4 milioni di persone li hanno ascoltati, registrando una crescita costante anno dopo anno. Se si confrontano i dati del 2023 con quelli del 2022, si nota un aumento di un milione di ascoltatori (+7%), mentre nel corso di cinque anni la crescita raggiunge addirittura il 59%. Nel 2018, infatti, gli appassionati di podcast erano “solo” 10,3 milioni. Questi sono i risultati dell’ultima ricerca condotta da NielsenIQ (NIQ) per Audible, l’azienda di produzione e distribuzione di contenuti audio di proprietà di Amazon. 

Un terzo degli italiani ha ascoltato un audiolibro o un podcast

“Siamo stati i pionieri dell’audio entertainment in Italia e la crescita impressionante di questa industry in questi sette anni ci riempie di soddisfazione: quasi un italiano su tre ha ascoltato un podcast o un audiolibro nell’ultimo anno. Stiamo parlando di quasi 17 milioni di persone con un incremento del 4% rispetto al 2022”. E’ il commento di Juan Baixeras, country manager Spain and Italy di Audible. “Questi dati mostrano come per gli appassionati l’ascolto di contenuti audio sia diventato un’abitudine e parte integrante della propria dieta mediatica. Non solo: il forte investimento che stiamo facendo sul catalogo e la collaborazione costante e di assoluto valore con la comunità creativa italiana apre allo sviluppo di nuovi contenuti con produzioni di altissima qualità e voci e suoni totalmente immersivi”

Aumenta anche la frequenza di ascolto

Un altro dato che conferma la crescente passione degli italiani per i podcast è l’aumento della frequenza di ascolto. Più della metà dei partecipanti all’indagine (53%, 10 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente) li ascolta almeno una volta al mese, mentre cresce significativamente anche il numero di persone che li ascolta almeno una volta alla settimana (36% dei partecipanti, +12 punti percentuali rispetto al 2022). 

I principali fan? I giovani

Le persone che ascoltano podcast sono principalmente giovani o giovanissime (le fasce d’età più coinvolte sono tra i 18 e i 24 anni e tra i 25 e i 34 anni) e estremamente connesse. Tuttavia, i podcast stanno conquistando anche le fasce d’età più mature, con un significativo aumento delle persone oltre i 55 anni che li ascoltano rispetto al 2022 (+8%). Inoltre, i podcast si rivelano un fenomeno che unisce le generazioni: il 40% dei genitori intervistati ha figli che ascoltano questo formato audio.

A casa è meglio

Che vengano ascoltati a casa (luogo preferito dal 75% dei partecipanti) o in movimento, il principale vantaggio riconosciuto ai podcast è la possibilità di ascoltarli in modalità multitasking, mentre si svolgono altre attività (per il 59% dei partecipanti), principalmente per intrattenimento, ma anche per imparare e come valido supporto allo studio. Inoltre, il 39% li trova utili per scegliere gli argomenti e le notizie che desiderano approfondire, senza dover seguire il ciclo mediatico tradizionale. Inoltre, sta crescendo (+5 punti percentuali rispetto al 2022) l’interesse per i podcast sulle tematiche sociali.