Space economy: in Italia l’osservazione della Terra vale 200 milioni di euro

Il mercato della Space economy è sempre più in crescita: a livello mondiale si attesta attorno ai 100 miliardi di dollari. Nel 2022 in Italia il mercato dei servizi di Osservazione della Terra in particolare ha raggiunto il valore di 200 milioni di euro, con 144 imprese del segmento downstream che offrono soluzioni e servizi di Digital Innovation basati su tecnologie e dati satellitari. Proprio il settore dell’Osservazione della Terra è il più rappresentato nelle applicazioni Satellite-Based: sono 421, la maggioranza delle 1008 censite a livello mondiale, seguite da applicazioni di navigazione satellitare (384) e di comunicazione satellitare (203). Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano. 

Mercato e ambiti di applicazione

Il 65% del fatturato complessivo del settore Osservazione della Terra è legato a enti pubblici nazionali o sovranazionali, agenzie spaziali ed enti pubblici locali. Il 35% proviene da grandi imprese, Pmi e startup. I principali ambiti di applicazione riguardano svariati settori: agricoltura, energia, servizi di pubblica utilità, finanza, assicurazioni, ambiente, wildlife. Le imprese del segmento downstream (IT provider e System Integrator) sono 144 e hanno un’offerta eterogenea, dai dati ai servizi, passando per tecnologie abilitanti come piattaforme e infrastrutture. Per il 55% delle aziende i sensori ottici sono la fonte dati principale, mentre il 45% si appoggia prevalentemente su tecnologie Sar (Synthetic Aperture Radar). Il 56% dei dati utilizzati proviene da fonti pubbliche europee, il 14% da fonti pubbliche extraeuropee, il 12% da dati pubblici italiani, e l’11% dati privati di grandi multinazionali.

Investimenti in startup

Il calo nei finanziamenti alle startup del settore a livello globale può essere spiegato dal crollo delle operazioni di Spac (Special Purpose Acquisition Company), che hanno subito un’azione regolatoria a febbraio 2022 e sono calate anche a seguito dell’instabilità geopolitica e la crisi dei mercati finanziari.
Al netto delle operazioni di Spac gli investimenti in startup della Space Economy negli ultimi anni risulta stabile. In termini di filiera, l’upstream (aziende dell’industria spaziale) tende ad attrarre maggiori investimenti (60% del totale) per la necessità di progettare e sviluppare nuova infrastruttura, mentre il downstream, il cui focus risiede nello sviluppo di servizi a valore aggiunto all’intersezione tra dati spaziali e tecnologie digitali, si attesta a circa 3,2 miliardi di euro (40%).

Il paradigma dell’as-a-service

Le imprese integrate verticalmente raccolgono 4,5 miliardi di euro di finanziamenti (oltre 50%). L’offerta di servizi a valore aggiunto viene sempre più affiancata dalla progettazione e realizzazione dello stesso satellite. Diverse startup ormai prossime alla fase di scaling stanno adottando la logica di costruire l’infrastruttura internamente. Al fine di superare le difficoltà dovute a grandi investimenti e tempi lunghi, alcune startup hanno iniziato ad articolarsi come piattaforma di Space-as-a-Service sull’onda dell’Everything-as-a-Service, che continua a caratterizzare i business digitali. Data l’intensità di capitale, questa configurazione può rappresentare un vero e proprio game-changer per l’intero comparto. Il paradigma dell’as-a-Service risulta dunque uno dei trend di maggiore interesse da osservare nei prossimi anni.