Benessere psicologico nelle aziende: il burnout colpisce il 76% dei lavoratori

Se nel corso del 2023 ad avere ricevuto l’effettiva diagnosi di burnout è un lavoratore o lavoratrice su 5, chi ne ha sperimentato almeno un sintomo è il 76%. Il 14% in più rispetto al 2022.
I sintomi del burnout vanno da una sensazione di sfinimento al calo dell’efficienza lavorativa, dall’aumento del distacco mentale al cinismo rispetto al lavoro. Tra questi, il sintomo più diffuso è la sensazione di sfinimento. Per la GenZ, soprattutto i o le white collar, è più frequente il calo dell’efficienza lavorativa (56%).

Tuttavia, è diffusa la difficoltà ad assentarsi dal lavoro per prendersi cura di sé. Specialmente tra i e le blue collar, di cui solo il 19%  ha effettuato più di 5 giorni di assenza dal lavoro a causa di questo fenomeno. La percentuale sale invece per white collar (55%) e dirigenti (62%).
È quanto emerge dalla ricerca BVA Doxa commissionata da Mindwork.

Soffrire di ansia, insonnia, stress per motivi legati al lavoro

Inoltre, una persona su 2 prova condizioni di stress elevato. Il 58% di chi sperimenta malessere psicologico nella propria vita personale vive la stessa condizione anche al lavoro e viceversa. In particolare, una persona su 2 dichiara di soffrire di ansia e insonnia per motivi legati al lavoro.

Inoltre, una persona su 2 sperimenta condizioni di stress elevato. Un dato ancora più critico per i dirigenti (61%).
Purtroppo, sempre in continuità con i dati 2022, l’ambiente di lavoro si conferma come meno adatto a esprimere il proprio malessere rispetto al contesto familiare (41%).

Gen Z e Millennials si licenziano per malessere emotivo

Più della metà degli intervistati poi afferma di aver lasciato il lavoro per motivi di malessere emotivo a esso correlato (54%), fenomeno in evidenza per Gen Z e Millennials, in cui la percentuale aumenta rispettivamente del 66% e del 59%.
Oltre 9 persone su 10 ritengono quindi essenziale la promozione del benessere psicologico da parte dell’azienda (96%), ma nel 67% delle organizzazioni il servizio di supporto psicologico non è presente.

Dove disponibile, viene valutato positivamente dal 51% dei lavoratori e delle lavoratrici appartenenti alla categoria blue collar.
In notevole crescita anche la quota di persone che valuterebbero positivamente la messa a disposizione del servizio di supporto psicologico (73%), più precisamente relativamente ai white collar (76%) e blue collar (79%).

Caregiver e genitori chiedono più supporto all’impresa

Dato indicativo quello riguardante i e le caregiver, il cui 88% dichiara che questo ruolo ha un impatto considerevole sul proprio benessere psicologico. Sei su 10 dichiarano la necessità di supporto da parte dell’impresa nella gestione del proprio ruolo (59%), sebbene solo il 20% lo riceva.

Allo stesso modo, per l’89% di lavoratori e lavoratrici con figli il ruolo genitoriale ha un impatto significativo sul proprio benessere psicologico.
Più precisamente, 1 genitore su 2 riferisce il bisogno di supporto da parte dell’azienda nella gestione dei propri figli (48%). Tuttavia, solo il 25% ritiene di riceverlo.